Ai  compagni nell‘amicizia con Arrigo Colombo

 

La morte di Arrigo Colombo, filosofo all’Università di Lecce, rappresenta la perdita di una grande appassionata guida di pensiero nella lotta per un mondo migliore. Frigga Haug ed io lo conoscemmo nel 1965/1966 e stringemmo amicizia con lui nella Berlino occidentale, dove era solito trascorrere serate con noi.

Alla ricerca di supporti alla memoria in uno dei miei taccuini mi sono imbattuto nelle seguenti righe, che ho letto con un occhio piangendo e con l‘altro ridendo e che non voglio tenervi nascoste:

4 gennaio 1966

Ieri è venuto a trovarci Arrigo Colombo. Simpatico nonostante soavità acuta e umiltà ostentata. Parlava con esaltazione dell’ “incontro con la cosa“ e del “superamento dell‘economico attraverso il socialismo“. La parola “dialogo“ (Gespräch) gli affiora alle labbra come una categoria salvifica. Ascetico pioniere della riabilitazione teologica dei sensi, si è dimostrato uno che regge il vino e con perseveranza. Questo tipo di cattolicesimo mi sbalordisce. Mi sono sentito messo alle strette dall’occasionale somiglianza. Colombo è gesuita ripudiato. Nello stesso momento parla con esaltazione di marxismo e di Romano Guardini. Di fronte alla mia mancanza di comprensione lui sta privo di comprensione. Con affrettato ottimismo è già giunto alla mistica delle cose, grazie alla comoda tesi del carattere inarrestabile del socialismo. Auschwitz è per lui parossismo del passato, finale stridulo e alla fin fine impotente. In tutto ciò lui è favolosamente credente nei libri.

Spero che a distanza di presto saranno sei decenni non accogliate in maniera negativa questa triangolazione ingenua e insolente. Essa nasceva da un prendere con stupore le misure a se stessi utilizzando come criterio una personalità, nel senso etimologico della parola: straordinaria. Me la rendeva tanto poco facile, quanto io a lui. Nel 2006 seguii il suo invito a Lecce per un convegno. Alcuni di voi saranno stati presenti e il figlio di uno dei suoi amici, dai quali ero ospite – Arrigo lo chiamava Mimmo -, si ricorderà.

“La conduzione del mio ragionamento ha provocato la collera di Colombo, perché mi sono sottratto al suo concetto di utopia.“

Così in ogni caso annotai a Lecce il 6 Aprile 2006. Meravigliato ho seguito negli anni fino alla sua morte la nascita della sua grande opera sull‘utopico, e di nuovo sbigottito, i suoi pronunciamientos ai potenti del mondo e della chiesa, che rassomigliavano a disposizioni da parte di un governo spirituale del mondo.

Con i suoi altri amici partecipo al lutto per la morte di questa personalità eccezionale.

Ringrazio Alessandro Cardinale, di Ariano Irpino, per aver tradotto il mio testo.

Wolfgang Fritz Haug, Los Quemados, 11. 9. 2020